Internet Day

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Internet Day

  • Monti Cecilia
  • October 29, 2019

Oggi è l’Internet Day. Il giorno fa riferimento al primo messaggio sulla rete ARPAnet. La storia che è stata il punto di partenza per avere poi il World Wide Web risale al 29 Ottobre 1969 tra l’Università della California e lo Stanford Research Institute. Ma non tutto andò come previsto. Le prime lettere a essere inviate furono “L e O” ma in realtà la speranza dei ricercatori era un’altra. Infatti Charley Kline che si trovava all’Università della California avrebbe voluto scrivere “LOG” con i ricercatori presenti allo Stanford Research Institute (SRI) che avrebbe dovuto rispondere “IN”. Sarebbe stato quindi il primo “LOGIN” eseguito sulla rete progenitrice di Internet. Le prime due lettere (“LO”) furono inviate senza problemi, ma quando il sistema all’SRI ricevette la lettera “G” il computer andò in crash per un errore della memoria. Ci volle un’ora di lavoro per ripristinare la funzionalità della comunicazione e procedere così all’effettivo LOGIN e portare poi alla creazione dell’Internet Day molti anni più tardi.

Quella sera del 1969 Kline pensò di aver contribuito a uno strumento utile per una ristretta fascia di persone, non certo di aver compiuto, a 3 mesi dall’allunaggio, un altro balzo gigante per l’umanità. Inizialmente, ARPANET comprendeva soltanto due nodi, il computer di UCLA e quello di Stanford. Più tardi, quell’anno, ne furono aggiunti altri due, nell’Università della California a Santa Barbara, e in quella dello Utah, a Salt Lake City. Nel 1973, ARPANET diventò internazionale, connettendo via satellite due centri, il Norwegian Seismic Array di Kjeller, vicino a Oslo, e l’University College London.

Alcune delle caratteristiche che oggi associamo a Internet, come l’assenza di un “controllo centralizzato”, erano già in questa rete originaria, in cui le informazioni venivano organizzate in centinaia di migliaia di piccoli “pacchetti” fatti viaggiare da un nodo (un qualunque dispositivo hardware capace di comunicare con gli altri nella Rete) all’altro. Quando un nodo andava offline, i pacchetti di dati trovavano strade alternative per arrivare a destinazione, fluendo in questa trama di connessioni che cresceva progressivamente.

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